...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...
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Non acquistare cavalli né altri equidi
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Considerati gli scopi dell’IHP, è abbastanza ovvia la nostra contrarietà alla commercializzazione di qualsiasi animale nonché l’utilizzo degli equidi a fini sportivi o in attività contrarie alle loro caratteristiche etologiche.
Siamo anche contrari ad acquistare o a organizzare collette per riscattare cavalli destinati al macello e in questa pagina spieghiamo il nostro punto di vista su un argomento spesso controverso.
E’ certamente lodevole l’idea di promuovere iniziative per salvare animali, ma ogni azione deve tenere conto sia degli effetti positivi sia di quelli negativi che può produrre.
Anzitutto siamo tutti d’accordo su un principio fondamentale e cioè che la vita non può e non deve essere commercializzata. La compravendita di esseri viventi è alla base delle varie forme di sfruttamento e uccisione.
In quest’ottica, dare dei soldi a un commerciante significa purtroppo entrare in un circuito e alimentare un business. Inoltre, mentre salviamo un cavallo ne condanniamo a morte un altro o magari altri due, che il commerciante riuscirà a comprare grazie ai nostri soldi.
Ma c’è un altro motivo che tocca proprio l’aspetto educativo: in Italia vengono macellati ogni anno oltre 60.000 cavalli, quindi è purtroppo obbligatorio fare delle scelte, da parte di chi come noi cerca di salvare delle vite e non può (purtroppo) intervenire in tutte le situazioni.
Posto che il criterio non può essere la simpatia per un cavallo o per un altro, crediamo sia giusto indirizzarsi sulle situazioni che possiamo denunciare. In tal modo, oltre a salvare qualche cavallo, riusciamo a impedire che quella persona ne faccia soffrire altri in futuro. Acquistando da un commerciante, invece, seppur si salva nobilmente una vita, nulla cambia e anzi la gente continua a ritenere normale acquistare anziché denunciare.
Discorso analogo si può fare nei casi in cui siamo di fronte a un proprietario che vuole dar via il proprio cavallo anziano o malato, comunque non più montabile o non più in grado di gareggiare, per far posto in scuderia al cavallo più giovane che sta per acquistare. Trovare un’associazione che lo prenda è per questo proprietario il miglior modo di mettersi in pace la coscienza.
Questo vuole essere uno spunto di riflessione, anche perché nella maggior parte dei casi i commercianti o comunque i detentori di cavalli commettono una serie di infrazioni sulle quali è possibile intervenire (ad esempio non è vero che tutti i cavalli sono macellabili, a discrezione del proprietario). Quindi, se uniamo le forze, possiamo salvare i cavalli di oggi e di domani.
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